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La vignetta del giorno

Il giorno dell’approvazione del taglio di 230 deputati (su 630) e 115 senatori (su 315), il capo dei M5S, Luigi Di Maio, ha insinuato che Matteo Savini, il leader della Lega (ed ex vice-premier come lui del governo Conte 1), ha fatto cadere il governo ad agosto, per puro calcolo elettorale, « sicuro » di andare al voto che gli avrebbe assicurato, secondo i sondaggi favorevoli al suo partito (circa 40%) qualcosa come 450 parlamentari totali. Cioè i pieni poteri che andava invocando.

Secondo Di Maio (e certamente non solo lui), Salvini mirava dunque ad evitare proprio le ultime 2 ore del passaggio finale alla Camera, che avrebbe sancito il taglio di 345 parlamentari, abbassando di fatto il suo « calcolato » bottino di onorevoli.

Se le sue insunuazioni sono giuste, Salvini ha fatto male i suoi calcoli, visto che oggi si ritrova ad aver perso il governo ed essersi relegato da solo all’opposizione, oltre ad aver dovuto poi alla fine, votare comunque il taglio dei parlamentari, lui stesso insieme a tutto il suo partito. Più zimbello di così…

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